lunedì 6 aprile 2020

5G ? Si, forse, ma non subito.

Non sono contrario alla “pentola a pressione”, (ricordate Boldi ), ed anche per il 5G cerco di affidarmi a notizie ufficiali e/o quantomeno, affidabili.
Ho cercato, quindi, informazioni sul sito dell’OMS.
Ci possiamo fidare ?
Ci dobbiamo fidare, abbiamo bisogno di esperti autorevoli (sembra !) e soprattutto intellettualmente onesti (sembra !).
Quindi ho esaminato le considerazioni di questi esperti, ma sono rimasto DELUSO !
Alla domanda “Che cos’è il 5G” viene risposto con una affermazione, secondo me, deviante : “Si prevede che il 5G aumenterà le prestazioni e una vasta gamma di nuove applicazioni, incluso il rafforzamento della sanità elettronica (telemedicina, sorveglianza a distanza, telesurgery)”.
Che ci siano settori importanti come la salute, lo stiamo verificando oggi con questo dannato virus. Che ci siano settori che abbisognano di innovazione e “sfruttamento” del mondo informatico, senza alcun dubbio questa è la sanità. Ma prima di adottare strumenti e mezzi superveloci e capaci, dovremmo stabilire protocolli di comunicazione aperti, efficaci, gratuiti ed affidabili. E sulla sanità (mondiale), c’è molto da fare, Ilaria Capua ce lo ha insegnato.
A proposito di “rischio sanitario” l’
OMS ci dice che “sta conducendo una valutazione del rischio sanitario dall'esposizione alle radiofrequenze, coprendo l'intero intervallo di radiofrequenze, incluso il 5G, che sarà pubblicato entro il 2022.”
E nel frattempo, che succede ?
Forse è venuto il momento di applicare il principio di precauzione come è spiegato all’articolo 191 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea che si riferisce a un approccio alla gestione del rischio in base al quale, se vi è la possibilità che una data politica o azione possa danneggiare il pubblico o l’ambiente, e se non c’è ancora consenso scientifico sulla questione, la politica o l’azione in questione non dovrebbe essere perseguita. Una volta disponibili più dati scientifici, la situazione dovrebbe essere riesaminata.
Anche la posizione del M5S (nazionale) non è molto lineare. Per esempio. Se voi provate ad ascoltare su questo link le varie FAQ proposte, al punto 2 ( È vero che non si conoscono gli effetti delle emissioni del 5G?)  la risposta è L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già studiato gli effetti dei campi elettromagnetici anche per le frequenze utilizzate dal 5G.”, mentre abbiamo scoperto che fino al 2022 (vedi sopra) NON sarà pubblicata la “valutazione del rischio sanitario”.
Quindi ?
Perché fare queste affermazioni ?
Ma affrontiamo il problema. Io credo che noi si possa fare qualcosa e questo documento ci suggerisce alcune azioni che possiamo fare e altre che è meglio non fare. Ricordiamoci che il Comune (Sindaco) deciderà cosa e come governare il 5G. Quindi rimbocchiamoci le maniche ed esaminiamo il problema evitando il solito fanatismo alla Boldi.
1. Sembra che le reti 5G “illuminino” principalmente gli apparati connessi (smartphone, tablet e fra poco anche altri tipi di apparati tipo autoveicoli e, chi dice anche, elettrodomestici!), quindi per evitare il 5G basta non dotarsi di questi apparati.
2. L’ANCI DEVE indicare regole amministrative uniformi e coordinare le fasi di regolamentazione soprattutto al momento del collaudo e verifica delle antenne RF (Radio Frequenza). Da non dimenticare le regole di salvaguardia di salute e sicurezza che, meglio sarebbe, fossero redatte a livello Europeo e non solo nazionale.
3. In particolare il Comune, e questo sarà il nostro compito, dovrà governare e regolare il processo di realizzazione delle reti pianificando i siti e garantendo la copertura del 100% del territorio ma, soprattutto, con il rispetto dei vincoli a salvaguardia della salute. Un “catasto” dei siti è senza dubbio la soluzione per garantire copertura e salute evitando sovrabbondanza di siti (in Italia ci sono diverse aziende che intendono operare con il 5G, TIM, Vodafone, Wind etc.).
Personalmente aggiungo, che in città (nelle città!), per diminuire i benedetti campi magnetici, abbiamo già anche l'altra soluzione che è la fibra ottica (che NON ha problemi di campi magnetici!) che risolverebbe molti problemi di comunicazione e volendo potremmo eliminare addirittura le antenne televisive dai nostri tetti con la conseguenza, di limitare anche siti per l’amplificazione dei segnali (negli States, questa soluzione c’è da decenni con canali TV via cavo). Con l’ingresso del 5G, molte aziende stanno diminuendo l’investimento sulla fibra perché, per loro, il 5G è molto più economico e facile da installare.
Infine aspettiamo le decisioni dell’OMS ma anche di Istituzioni, naturalmente pubbliche, che ci aiutino a renderci consapevoli che l’uso di QUALSIASI nuovo strumento può avere comunque effetti sulla nostra vita. Evitiamo di aspettare anni per scoprire che “allontanare il cellulare” dalla nostra testa utilizzando cuffie, limita il riscaldamento dei tessuti corporei, “The body tissues closest to the phone absorb more energy than tissues farther away” (I tessuti corporei più vicini al telefono assorbono più energia dei tessuti più lontani.”, come ci dice l’American Cancer Society .

mercoledì 16 ottobre 2019

RIPROGETTIAMO IL FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO


A giugno del 2019, ho scritto a TUTTI gli assessori Regionali. 
Quanti pensate mi abbiano risposto ?

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Agli Assessori delle Regioni :
Abruzzo, Basilicata, Bolzano, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trento, Umbria, Val d'Aosta, Veneto.

Firenze 4 giugno 2019

OGGETTO: Fascicolo Sanitario Elettronico FSE.
Il Fascicolo Sanitario Elettronico, non è una buona idea, è un’ottima idea. Se un qualsiasi medico può, al momento opportuno, esaminare tutti i miei documenti sanitari e socio-sanitari, senza avere a disposizione le mie medicine, le mie analisi, le mie radiografie, è un’idea ottima.
Ma, sono già più di 7 anni che l’idea è stata progettata, da parte delle regioni, e siamo ancora in questa situazione:


Il progetto non è stato ancora attuato uniformemente in tutta Italia.
I servizi sanitari dovrebbero essere erogati ai cittadini italiani e non solo ai cittadini umbri, siciliani, piemontesi etc..
Perché le analisi del sangue fatte al cittadino siciliano che in quel momento si trova in un ospedale ligure non possono essere inserite nel FSE dello stesso cittadino ?

Perché le aziende sanitarie italiane hanno costituito banche dati regionali, quando la risposta DOVEVA essere data ai “cittadini italiani” ? 
E la domanda è: “Perché NON è stata progettata un'unica banca dati nazionale ?”, così da facilitare il compito a tutti (cittadini, medici, operatori sanitari, farmacisti, ricercatori, etc.) ?
Come pensiamo di rispondere alle esigenze di “studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico” (come previsto dal DL 179 del 18.10.2012 art 12 lettera b del comma 2), quando le banche dati regionali del FSE, sono sostanzialmente diverse una dall’altra ?
Come pensare di fare una “programmazione sanitaria, la verifica delle qualità delle cure e la valutazione dell’assistenza sanitaria”, utilizzando banche dati disaggregate ed in sostanza INUTILIZZABILI ?

 Con quale FSE intendiamo rispondere ai 750.000 “migranti sanitari” che nell’ultimo anno si sono “trasferiti” dal sud a nord ?
E’ possibile farsi un’idea di quanto ci sta costando (regione per regione !), questo importante progetto ?
E visto che siamo nel 2019 e l’Unione Europea c’è dal 1957 (Trattato di Roma), perché non pensare che i cittadini italiani sono in UE e un qualsiasi cittadino umbro non possa essere curato in un ospedale estone ?

Cosa Fare ?

FERMATE QUESTO PROGETTO !

Conferenza dei servizi e ripartire con un’unica BANCA DATI ITALIANA “aperta” a sviluppi in UE quali la possibilità (Internet c’è per questo !) di adoperare TUTTE le lingue dei paesi UE per accedere alla stessa ed unica banca dati.
Visto che ci dobbiamo “rimettere le mani”, rispondiamo coerentemente all’esigenza di “studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico”, e per questo è fondamentale definire anche una codifica univoca per analisi di laboratorio, così come esiste già per quanto riguarda la nomenclatura delle diagnosi, dei traumatismi, degli interventi chirurgici e delle procedure diagnostiche e terapeutiche (ICD11 - International Classification of Diseases - 11th revision - The global standard for diagnostic health information), addirittura a livello mondiale.

Grazie per avermi letto.


Valerio CIPOLLI
  
P.S. Già nel 2015, avevo postato un mio intervento coinvolgendo medici ed operatori della sanità 







giovedì 11 giugno 2015

Umberto Eco scopre l'acqua calda.

Che Internet sia lo specchio del mondo, non sono il primo a dirlo. E come specchio riflette TUTTO, anche le cose che non vorremmo vedere. Ma il mondo è sempre stato così, anche prima di Internet.
Tornavamo dal cinema la sera tardi, lungo la strada vedevamo le "lucciole", due commenti e poi a letto fino al film della settimana successiva. 
Adesso le "lucciole" si presentano sulla tua email, sulla tua pagina social, su un qualsiasi sito. "È Internet, bellezza! Internet! E tu non ci puoi far niente! Niente!" parafrasando Bogart dell'Ultima minaccia
Eco scopre gli imbecilli. Solo ora si accorge che nel mondo ci sono gli imbecilli ? Ma ci sono sempre stati !!!! Prima di Internet ti bastava incontrarli una volta alla settimana, due commenti e poi a casa fino all'imbecille successivo.
E allora, Eco, fattene una ragione, quel mondo c'è sempre stato, ora Internet te lo porta in casa, tutti i giorni. E' solo questa la differenza !!!! 
Ma fammi ricordare una frase di Gianluca Nicoletti molto, molto significativa: «Non si produce pensiero nella cultura digitale se non si accetta di stare gomito a gomito con il lato imbecille della forza»

giovedì 2 ottobre 2014

Diesel che fare.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che “gli scarichi dei motori diesel sono cancerogeni per gli  esseri umani”. Pensavamo di trovare la notizia in prima pagina dei quotidiani più importanti.
Niente.
La notizia, invece, è importante perché l’agenzia International  Agency for Research on Cancer (IARC) che fa parte dell’organizzazione (OMS), dopo aver stabilito che “probabilmente “ i fumi erano cancerogeni adesso ha confermato che “sicuramente” i fumi sono cancerogeni per i polmoni ed esiste anche una relazione con il cancro alla vescica. 
La notizia, immaginate, non è importante. 
Di più. E’ inquietante.I motori di più della metà degli autoveicoli circolanti sono diesel, tutto il traffico commerciale su gomma usa veicoli con motori diesel, navi, treni fanno uso della tecnologia diesel.La risposta, di getto, sarebbe “smettiamo di produrre motori diesel”. Sappiamo che non lo possiamo fare e comunque dovremmo rapidamente fare delle semplici considerazioni per coinvolgere da subito, industria e ricerca, a darci delle risposte. Naturalmente è necessario investire fondi adeguati e minimo, a livello europeo; attivare subito le Regioni su cosa è necessario fare. I comuni inizino una campagna di verifica e controllo degli autoveicoli circolanti e comunque i prossimi veicoli acquisiti, la dove esistono alternative, non dovranno essere con tecnologia diesel.Alternative? Ci sono ma bisogna investire sulla diminuzione dell’inquinamento.Per quanto riguarda i motori, voglio ricordare che la tecnologia che sfrutta il metano è possibile utilizzarla su tutti i veicoli: motoveicoli, autoveicoli, bus, autotreni etc. Navi e treni avranno necessità di verificare alternative valide o limitare le emissioni dannose il più possibile.Il metano ha diversi vantaggi:- è intrasportabile, le pressioni alle quali è sottoposto gli consente di “viaggiare” solo su tubazioni; in pratica non vedremo mai autobotti circolanti pieni di metano come, purtroppo, succede con il gpl.- Quando brucia, si trasforma in anidride carbonica, acqua ed una parte ridottissima di polveri dipendenti dalle origini del metano stesso.- Può essere prodotto anche come biogas dai rifiuti, depuratori, digestione anaerobica da biomasse.- Il metano è un gas serra 20 volte più potente dell’anidride carbonica, dunque conviene bruciarlo.- Viene estratto anche in Italia coprendo quasi il 15% del consumo nazionale.Ci aspettiamo anche dagli enti preposti alla salute, informazioni sui dati esistenti relativamente a cancro al polmone e cancro alla vescica.Vogliamo sapere che cosa è successo alla nostra salute da quando abbiamo adottato la tecnologia diesel.

domenica 23 marzo 2014

LEZIONE NUMERO UNO SULLA SEDUZIONE


da Hanno tutti ragione
di Paolo Sorrentino

Il ritmo

Mi rivolgo a voi, a quelli che, come me, bellissimi non lo sono mai stati. Quelli, insomma, che non è che una passa e vi muore dietro, magari non vi nota neanche e allora, è palese, resta una sola e unica arma nel vostro bagaglio, ma un’arma che può essere possente e smisurata e può smuovere le montagne: la parola.
I belli e i bellissimi possono saltare a piè pari questa lezione, non ci interessate, senza alcuna invidia eh! Però, sapete com’è, bellissimi, voi vi mettete là e quelle arrivano, non dovete fare un cazzo di niente, vi crogiolate e vi alimentate solo del vostro esser belli. Allora sì, avete i lineamenti a posto, ma non avendo avuto la necessità di sviluppare altre doti che cosa succede? Succede che per il resto siete insignificanti ed indifferenti, non avete il senso dell’umorismo perché nella vita non vi è servito, non vi spremete il cervello per il senso della conquista e questo fa di voi delle personcine aride e silenziose. L’unica arrampicata di pensiero che riuscite a organizzare è quella demente dello sguardo finto tenebroso. Siete patetici e mi fate piangere o ridere non so. Non ci interessate. Tenebroso di che? Cazzoni.
Ci sono delle eccezioni, questo lo devo dire visto che mi sto momentaneamente occupando di saggistica. E il caso del
mio maestro Mimmo Repetto, che non si è mai seduto sugli allori della sua straordinaria bellezza e ha sviluppato a tutto tondo fascino e seduzione, massime argute e canzoni fantastiche. E’ un uomo che ha sofferto Mimmo e la sua bellezza la fa passare in secondo piano. Ma è un’eccezione.
Torniamo a noi.
Non è che basta solo saper parlare bene.
Incontrate un professore universitario, quella risma lì sa proferire, altro che, chiacchiera in apnea, senza bombole, come in una catena di sant’Antonio che tiene in mano solo lui, insomma non passa mai la palla, come i figli unici quando giocano a pallone. Però succede che al secondo capitolo della sua conversazione la donna, dall’altro capo, per quanto interessata, potete giurarlo, non sa scegliere se morire d’angoscia o di noia. Tiene le smanie alle gambe, le muove in preda a convulsioni epilettjche, come quando sei incastrato nella sedia del cinema e danno un film che ti fa cagare fino all’inverosimile. E, in quel momento, state pur tranquilli, intelligentoni, quella donna ha un unico pensiero, questo: sapere che ore sono. Vorrebbe sbirciare il suo orologio, ma pare brutto. Allora getta l’occhio al vostro di orologio, ma in prospettiva il quadrante appare capovolto rispetto a lei e così non è facile capire che ora è, e io lo so, voi state là imbalsamati e compiaciuti, credendo che vi sta studiando le mani, origliate le premesse delle carezze, pensate che di lì a poco vi dirà che le tenete belle e lunghe, mani affusolate, sagge e pelose. Questo credete che sta per dirvi e lei, invece, snervata e straziata da questa vocina vostra lenta e patetica, ora cavernosa, ora da frocio, insomma lei agli sgoccioli, si fa coraggio e vi chiede;
“Scusa, mi diresti l’ora?”.
Questo vi chiede. Voi non lo ammetterete mai perché siete froci dentro nello spirito, intelligentoni, ma è così.
Insomma tutto questo per dire varie cose, innanzitutto che non ci interessano né i belli né questi pensatori da serie C2, girone B. Cosa resta? Un po’ di cose e un po’ di chance.
Tanto per cominciare, è meglio sparare la più grossa cazzata del millennio piuttosto che tribolare nel luogo comune. Tutto ciò che è luogo comune non va detto. Sembra una banalità, ma non lo è, visto che quando ci piace qualcuna l’emozione viaggia ad alta quota e quando l’emozione si comporta in questa guisa ecco che il cervello riesce ad elaborare solo frasi fatte. E più sparpagliate frasi fatte, più vi giudicate negativamente, più vi fate impacciati, più vi deprimete, più tallonate l’arrendevolezza, più captate il fallimento, più giustificate in malafede la vostra necessità, menzogna, di una vita in solitaria. No. Impedite a voi stessi questa spirale. No. Ora non si deve mollare. Su questo c’è da lavorare, bisogna impegnarsi. A ritmi serrati, come gli schiavi. Dobbiamo essere di caucciù. Flessibili. E tenaci, come tutti i falliti del mondo quali siamo.
Solo il belloccio può permettersi di dire:
“Carino questo ristorante”.
Tu dovrai dire:
“Sto posto che ho scelto va bene per gli zingari”.
“Che significa?” dice lei con leggero stupore.
Lo stupore va bene, la preoccupazione di non aver capito non giova semplicemente perché lei non penserà mai di non aver capito, a questa prospettiva ne preferisce sempre un’altra: che siete voi che non sapete quello che dite.
“Significa che io e te siamo liberi come zingari, io però, per grazia di dio, ci ho una casa, oltre alla roulotte.”
Questo lo dovete dire sotto tono, non come se fosse la battuta del secolo. Lei sarà ancora un p’o’ intontita, non sa che pesci prendere ed ha già un obiettivo, capire che pesci dovrà prendere con voi e forse sorriderà. Ma subito dopo, rapidi come puma, si cambia registro. Il vero segreto è quello di non darle il tempo di pensare a lungo. Perché noi non siamo belli e se la lasciamo sola a pensare lei arriverà in quattro e quattr’otto alla conclusione che non vuole stare con voi.
In linea di massima la vostra lei scende di casa con la netta convinzione che non succederà niente, anche se le piacete di partenza, lei pensa sempre che non succederà un emerito nulla. Sta a voi far crollare muro, sta a voi cambiare la rotta della sua decisione vecchia e precostituita. Sui rapporti amorosi mi pare di capire che, di base, le donne hanno una pigrizia interna. Un imperativo che gli frulla perennemente nel cervello è una cosa del tipo: “No, non voglio, non ora, no grazie”. Madri apprensive le hanno allenate come atlete olimpioniche ad organizzare sfaccettate forme di rifiuto. Hanno colonizzato i cervelli delle ragazze perché ci odiano a noi uomini esterni, strepitosi predatori del sesso spinto.
E’ tutta una negazione, all’inizio. Un no che si trasformerà in un sì tondo e pulito e una bocca semiaperta che penderà dalla vostra prossima battuta. Ma se mi state a sentire però.
Perché noi dobbiamo vincere le madri. Che non è impresa da poco. Ingombrano per sempre, le madri, fino alla morte delle loro figlie. Dobbiamo sconfiggere l’affetto apparentemente disinteressato di quelle donne macigno fatte in ghisa. Dobbiamo dargli un’altra angolazione della vita, un’altra prospettiva su cui contare, ogni santa volta. Farle affacciare al mondo, come se quello lo avessimo inventato noi. Il bluff è il motore della nostra seduzione. Ma un bluff col sapore della verosimiglianza. Niente Goldrake del cazzo e Fantastici Quattro.
Non dovete farla pensare per un po’. In quel po’ dovete darci dentro. Ironia con la pala. Se non avete ironia non è detto che siete fottuti. Ma niente barzellette, per dio. E non vi mettete a fare i comici proprio adesso se in tutta la vostra vita non lo siete mai stati. Solo dopo che avete sparato il cinquanta per cento dei vostri colpi le date tregua con una pausa silenziosa nella quale lei penserà che non siete niente male, ripenserà a quello che vi siete detti, magari ve ne andate a fare in culo un attimo in bagno così riflette più distesa. Ma potete andare in bagno solo se avete accocchiato una battutina come si deve o un pensierino arguto. Dicevo che se non avete ironia non è detto che siete fottuti. C’è un trucco elementare per sopperire alla mancanza di ironia, ed è il ritmo del dialogo, dovete dargli un ritmo convulso, elettrico, agitato ma non troppo, altrimenti diventa snervante, vorticoso ed insensato. Le viene l’emicrania e il suo unico desiderio è trasformarvi in un Optalidon. Ma voi non siete Tony Binarelli e non potete trasformarvi in un Optalidon. Dovete saltare di palo in frasca soffermandovi massimo per una decina di battute su ogni fatto, argomento o stronzata qualsiasi. Non più di dieci battute a meno che l’argomento non sia uno dei suoi preferiti. Inoltre le dieci battute è il massimo che potete permettervi perché delle cime di certo non lo siete.
Il ritmo, si diceva. Tutti i sentimenti della vita scaturiscono da questo segreto: il ritmo delle cose. E ci vuole pochissimo per mancare l’amore, quando le cose si dispiegano troppo lente o troppo veloci.
Se parlate al rallentatore è meglio che ve ne state a casa. Siete spacciati, oppure vi toccherà una demente psicopatica prossima al ricovero, in corsia però, perché tanto stanze private non se le può permettere perché i soldi veri nella vita non li ha fatti.
La lentezza della vostra conversazione è direttamente proporzionale alla sua entrata nel club delle persone che non vi vorranno mai più vedere in vita loro.
Se poi cominciate al ralenti con troiate tipo “Sai cosa penso...” o “Io ritengo che al giorno d’oggi...” allora potete anche sventolare il fazzoletto bianco e guardare coi vostri occhi la vostra lei che si allontana sulla nave popolata da tutti gli uomini del mondo, tranne che da voi, unici sciocchini rimasti a terra sul molo.
Sedurre è come scrivere una bella canzone, tutto tecnica e ritmo, tecnica e ritmo. Il talento dell’ironia è una freccia supplementare che non sempre potete avere al vostro arco.
In questo caso ci vuole tanto ritmo. Un battito che, perlopiù, viene fornito dagli aggettivi. Spiazzanti e convincenti, iperbolici e precisi. Se sono rari e poco usati nella lingua è ancora meglio e fate più bella figura. Le donne non si seducono né con i complimenti, né con i fiori, né con gli sguardi a pesce lesso. Queste sono puttanate da cofanetto Sperlari. Tutti ne parlano, tutti le vogliono, ma nessuno se le compra queste caramelle Sperlari.
Gli aggettivi seducono, i sostantivi annoiano. Questo è il grande segreto. Gli aggettivi li dovete dispensare con generosità, en passant, e a ritmo sostenuto e vedrete che andrete a letto con chiunque, a meno che non avete di fronte una lobotomizzata assoluta che non capisce neanche il suo nome. In quel caso non ne vale neanche la pena. Per voi ci vogliono donne intelligenti. Perché il sesso, in fin dei conti, è poca roba. Ve lo dico io che pure frocio non lo sono mai stato. E sedurre è tanto. Le cretine lasciatele andare coi cretini. Voi non siete belli, ecco perché non siete neanche cretini.
Insomma, a riepilogare, il ritmo dev’essere elettrico e elettrizzante, mai convulso, mai lento come in un documentario su inutili animali che cazzeggiano nella tundra o nella steppa.
E’ consentito un solo rallentamento, è quando dovete dire la parolina magica, il sim sala bim del colpo finale, un colpo duro e maestoso, quando cioè le dovete dire o che la amate o che la desiderate o che vi piace assai o che ci volete andare a letto. Ma per il sim sala bim non c’è formulina magica, la frase migliore la dovete trovare voi a seconda di chi ci avete di fronte, l’importante è che lo dite bello e buono, magari stavate parlando della mozzarella di bufala e toh, rallentamento, occhiata rapida, voce un paio di toni più bassi e giù con un “Mi piaci mica poco, tu”. E poi coltivare una sana speranza.
E’ pure superfluo che vi sottolinei che se avete davanti a voi un puttanone fenomenale non potete scegliere lo stesso colore, cioè non dovete dire robe del tipo “ti scoperei”. Se fate questo passetto qua siete proprio dei dementi in saldi. La donna di fronte a voi è sempre un elastico tesissimo, voi non potete allungarlo di più. Dovete solo ridurre la tensione, questo è il vostro compito. Quindi, al puttanone rifilate il “ti amo”. Alla romanticona del secolo scorso osate pure il “ti legherei alla spalliera del mio letto, e mica ci si libera così.., è ottone massiccio”.
Che ve lo dico a fare? Scendono di casa, sfilano lungo l’androne con gli stronzi neon, aprono il portone, vi vengono incontro e quello che vogliono dimostrare non sono. Sono l’opposto. Ci potete fare un’equazione sopra. Questa è matematica. E’ così. E’ così che vanno le faccende dei sessi opposti.
Ci ha il vestitino a fiorellini? State sicuri che non vede l’ora che la prendete per la testa e la sbattete sette otto volte contro il calcestruzzo.
Si è messa i quintali di rossetto infuocato per fare la bocca a cerchio preciso alla Giotto? Allora dormite pure fra diciotto guanciali che per avere un pompino vi dovrete mettere a fare l’elemosina su un tappetino di ceci organizzato da preti sadici.
A volte le cose vanno in maniera del tutto diversa e imprevedibile, ma è raro, in quel caso è possibile che vi trovate di fronte a una razza superiore. Potrebbe essere la donna della vostra vita. Tutt’altro registro. Si può pensare di lavorarla ai fianchi per giorni e giorni per sposarsi e fare figli. Ma col tempo, vi faccio vedere io se poi non ci rimanete male. Ci rimarrete malissimo, altro che.
Un’ultima regoletta, se siete uno che fa un lavoro non c’è male, del tipo artistico, che ne so, cantante come me, attore, pittore, musicista, allora durante il primo incontro fatele sapere che lavoro fate ma non attaccate a entrare nello specifico della vostra attività. Questo privilegio glielo dovete far sudare. Fate i brillanti su altri temi così lei penserà, faccio un esempio cretino:
“Gesù, se questo sa tutte queste cose su come si fa la parmigiana di melanzane pensa quando arriverà a parlarmi del suo ultimo spettacolo teatrale che io ho visto e in cui lui faceva la parte di Amleto e sapeva pure tutta la parte a memoria... mmm... mi devo ricordare di chiedergli come fa a ricordarsi tutto a memoria”.
Se pensa cose così allora è più facile che digerire la pasta cruda. E’ fatta!
E direi che per ora la lezione number one si può dire anche conclusa. Non vi scoraggiate, su, anche voi potete sedurre, che sono quelle facce? Siate up e sorridete, ma sappiate che io già sono in lutto per i vostri sorrisi.
Ora andate.
E seducete!
***

lunedì 17 marzo 2014

FSE - UN PROGETTO IMPORTANTISSIMO

FERMATE (FERMIAMO) QUEL PROGETTO
Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), non è una buona idea, è un’ottima idea. Se un qualsiasi medico può, al momento opportuno, esaminare tutto il mio “salutem curriculum”, senza che abbia con me le medicine, le analisi, le radiografie, le tac etc., è un’idea ottima. Naturalmente è necessario attivare tutte quelle “buone pratiche” per garantire anche la privacy. Già dal 2010 con le “Linee guida nazionali” 1 si definiva l’FSE: “Il Fascicolo Sanitario Elettronico, ha un orizzonte temporale che copre l’intera vita del paziente, è alimentato in maniera continuativa dai soggetti che prendono in cura l’assistito nell’ambito del Servizio sanitario nazionale e dei servizi socio-sanitari regionali.” 
E quindi nell’intera vita del paziente, si dovrebbe poter alimentare questo FSE personale, indipendentemente da dove uno abita ? 
Invece ogni Regione mette in pratica l’FSE secondo i propri criteri, i propri strumenti (attivati in Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, Sardegna, mentre in Sicilia, Campania, Calabria e Provincia di Bolzano NON è stato attivato ancora NULLA dopo quasi 10 anni dalla prima stesura della legge), e con le proprie modalità d’uso. Quindi se un cittadino della Repubblica, “migra” in un’altra Regione, “perde” le informazioni sul suo FSE che era riuscito ad alimentare nel frattempo. Nel 2013, il Decreto del Fare del 20 agosto 2013 rimedia alla “deficienza”, affermando che è necessario “partecipare alla definizione, realizzazione ed utilizzo dell’infrastruttura nazionale per l’interoperabilità per il FSE conforme ai criteri stabiliti da decreti di cui …………”. 
Quindi a giugno 2014 si definiscono le “Specifiche tecniche per l’interoperabilità tra i sistemi regionali di FSE”, documento di 27 pagine che stabilisce le modalità di interscambio dei dati tra le varie Regioni. Ma non è sufficiente. Il problema non è semplice come sembrava, e ad aprile 2015, si ridefiniscono le “Specifiche tecniche per l’interoperabilità……. Altro documento questa volta di 122 pagine. 
Insomma viene messa una pecetta, ma le Regioni che hanno già sviluppato il software necessario, dovranno rivedere e/o produrre altro software per rispondere all’interoperabilità richiesta. 
Ad oggi il DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 29 settembre 2015 , n. 178 5 (Regolamento in materia di fascicolo sanitario elettronico), ci dice che l’ANA (Anagrafe Nazionale degli Assistiti), sarà realizzata dal Ministero dell’economia e delle finanze, in accordo con il Ministero della salute in relazione alle specifiche esigenze di monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza (LEA), nel rispetto delle previsioni di cui al comma………., subentra, per tutte le finalità previste dalla normativa vigente, alle anagrafi e agli elenchi degli assistiti tenuti dalle singole aziende sanitarie locali, ai sensi………., che mantengono la titolarità dei dati di propria competenza e ne assicurano l’aggiornamento (pag. 33 art. 62-ter 5 ). 
A questo punto le aziende regionali dovranno rivedere un’altra volta, il software progettato per allinearsi alle nuove direttive. 
La domanda è: tutto questo era evitabile ? 
SI !! 
Avremmo risposto alle diverse esigenze progettando un software appropriato, ed avremmo ottenuto : 
1. risparmio sui costi di progettazione e sviluppo (per soddisfare la Spending Review ma soprattutto rivedere le decine di milioni investiti fino ad oggi con le finanziarie di Monti, Letta e Renzi); 
2. unicità dell’interfaccia per “alimentare” e consultare l’FSE su tutto il territorio Italiano, utile ai cittadini ma anche alle realtà coinvolte nel progetto (Medici, Farmacisti, Professionisti a vario titolo etc.); 
3. possibilità di interscambio dei dati tra Regioni diverse senza costi di sviluppo aggiuntivi; Ecco perché è necessario FERMARE IL PROGETTO. Coinvolgiamo TUTTE le Regioni Italiane con una Conferenza dei servizi ed affidiamo la progettazione ad un gruppo di lavoro, che produca o decide su “un codice” (anche già esistente) utilizzabile in ambiente Internet e personalizzabile per ogni singola Regione, mantenendo UN’UNICA BANCA DATI NAZIONALE. Ricordiamo che l’oggetto di questo progetto, riguarda i dati sanitari di un cittadino italiano e non di un cittadino toscano, lombardo, laziale etc. Gli esperti informatici delle Regioni Italiane, Asl in particolare, adeguino il loro software per alimentare la banca dati unica nazionale. 
A questo proposito, ricordiamo che, le banche dati nazionali che interessano i cittadini e le istituzioni, sono già utilizzate da diversi anni e interessano: 
1. I dati catastali, immobili e proprietari; 
2. i redditi delle persone fisiche e giuridiche nonché di TUTTI i cittadini; 
3. gli autoveicoli e relativi proprietari sulle banche dati della Motorizzazione Civile (dal 2016 anche la copertura assicurativa). 
Insomma, ad oggi, con il Codice Fiscale, siamo in grado di conoscere TUTTO di un cittadino, ma quando parliamo dei suoi dati Sanitari, ogni Regione ha “costruito” o costruirà, la propria “banca dati”. Se ci sarà il coraggio e la volontà di arrestare lo sviluppo autonomo che ogni regione dovrà mettere in campo, e invece si affiderà il progetto ad un'unica “regia nazionale”, riusciremo a definire un servizio veramente valido. Ma questo è solo il primo passo per ottenere un FSE veramente utile a TUTTI. Perché per rispondere alla richiesta di 1*, “piena fruibilità dei dati regionali a livello nazionale, per indagini epidemiologiche, valutazioni statistiche, registri nazionali e raccolta di dati ai fini di programmazione sanitaria nazionale”, è necessario definire in maniera chiara l’utilizzo dei dati risolvendo le contraddizioni che sono presenti nel documento della privacy 2*, dove insieme ad una giusto controllo di “chi fa che cosa” di fatto è possibile inserire nell’FSE informazioni NON controllate neanche dal medico curante. E’ chiaro che questa frammentazione delle banche dati, impedirà di fatto una ricerca seria, come giustamente richiesto dalla “piena fruibilità dei dati regionali a livello nazionale…….. Per rispondere alla giusta esigenza di “programmazione sanitaria nazionale” ma anche ad una possibile analisi di banche dati utili alla ricerca, è fondamentale definire anche una codifica univoca per analisi di laboratorio (chimico, clinico, immunologico etc.), così come esiste già per quanto riguarda la nomenclatura delle diagnosi, dei traumatismi, degli interventi chirurgici e delle procedure diagnostiche e terapeutiche (ICD9CM - International Classification of Diseases - 9th revision - Clinical Modification) , addirittura a livello mondiale. 
L’FSE potrebbe e dovrebbe essere una svolta importante per l’adozione di queste codifiche. E’ necessario fare investimenti mirati, non solo economici, ma anche temporali per ottenere risultati utili a tutti (formazione dei dipendenti pubblici, comunicazione ai cittadini, semplificazione delle procedure, etc.), e d'altronde qual’è l’alternativa ? 
Ma soprattutto è basilare coinvolgere le professionalità idonee al progetto.

1*. pag. 13 punto a art. 15-quater del documento “DecretoFare_98-2013_ATTO COMPLETO”
2*. Privacy Linee guida in tema di Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e di dossier sanitario (G.U. n. 178 del 3 agosto 2009)